Padre Annibale Maria Di Francia
e Oria
Il 31 Gennaio 1909, proveniente da Messina
distrutta un mese prima dal terremoto, giungeva di primo mattino
alla stazione di Francavilla Fontana, una piccola carovana
guidata da Padre Annibale con i suoi orfani, alcuni religiosi
laici e metà delle orfanelle con le suore Figlie del Divino
Zelo. Erano preceduti da una piccola oleografia di S. Antonio di
Padova sollevata come uno stendardo. Si trattava dei superstiti
del più grande disastro tellurico del secolo. Lasciavano dietro
le spalle una città ridotta a macerie con circa 80.000 morti.
Giungevano in Puglia dove il Vescovo, Mons. Antonio Di Tommaso,
e le autorità civili di Francavilla Fontana ed Oria avevano
aperto le porte di una solidale accoglienza
Origini
pugliesi dei "Di Francia"
Francavilla era nota al Di Francia. Egli vantava origini nobiliari che
si rifacevano ad un cavaliere di Francia giunto in Puglia al
seguito di Filippo d’Angiò, passato poi in Calabria ed a Messina, dove
aveva dato origine al cognome Di Francia.
Oria
inoltre, a cavallo dei secoli XVII e XVIII, aveva avuto per 29 anni
vescovo, il domenicano mons. Tommaso M. Francia, dell’omonima famiglia.
“Questa carissima città non era estranea a me fin dalla mia
giovinezza…”
A partire dal 1875 Padre Annibale era giunto più volte ad Oria, per
incontrare Palma Maria Matarrelli, una mistica stigmatizzata conosciuta
in quel periodo in Italia ed all’Estero. Da lei ricevette indicazioni
sul futuro apostolato a favore dell’infanzia abbandonata e della
gioventù.
Negli anni successivi il Di Francia si era messo in contatto epistolare
con Mons. Teodosio Maria Gargiulo e poi con Mons. Antonio Di Tommaso,
Vescovi della Diocesi, i quali avevano aderito alla “Sacra Alleanza”,
l’associazione creata dal Padre per sensibilizzare il clero alla
preghiera e alla promozione delle vocazioni.
1908: una missione nelle Puglie
Per un piano della Provvidenza nel 1908 egli tornò ancora una volta a
Oria. Padre Pantaleone Palma, rogazionista originario di Ceglie
Messapica, aveva organizzato per il fondatore degli Orfanotrofi
antoniani una missione per farlo conoscere ai fedeli e alle autorità
della sua terra. Nei mesi di Ottobre e Novembre del 1908 il canonico
messinese predicò a Francavilla Fontana, a Ceglie Messapica, a
Grottaglie e Martina Franca e incontrò il vescovo di Oria Mons. Antonio
Di Tommaso al quale, manifestando il desiderio di aprire una casa in
Oria, chiese di intraprendere le trattative per l’acquisto dell’ex
convento di San Pasquale, un tempo appartenuto ai francescani
alcantarini.
Profughi a Francavilla…
Dopo il
terremoto del 28 Dicembre 1908 Padre Annibale si rivolse con urgenza ai
Cappuccini di Francavilla e a Mons. Di Tommaso per chiedere ospitalità
per le sue opere. Furono interessati entrambi i sindaci e vennero
trovati i locali. Così il Padre giunse in Puglia con l’intento di
collocare gli orfani in due orfanotrofi distinti, maschile e femminile
in Francavilla, e due simili in Oria. In entrambe le città vi fu uno
slancio di carità ed una nobile gara di accoglienza.
A
Francavilla Fontana furono ricevuti dal popolo, dalle autorità civili,
militari ed ecclesiastiche con grande generosità. Gli orfani furono
ospitati in metà del grande ex-convento delle Scuole Pie degli Scolopi,
dove fu impiantata una sartoria, una calzoleria e creata una banda detta
antoniana, che riscosse immediatamente successo nel circondario.
Le orfane furono alloggiate in una casa messa a disposizione da Angelo
Casalini, ricco proprietario ed industriale della città. Qui fu avviata
una scuola di lavoro per le ragazze esterne.
…e a
Oria
L’altra
metà delle orfane ed il resto della comunità religiosa delle suore,
sessanta persone circa, rimaste a Messina, giunsero ad Oria il 21
Febbraio 1909 con Padre Annibale e la superiora generale Madre Nazarena
Majone, accolte dal Vescovo, dal clero, dalla gente e dal sindaco di
Oria Gennaro Carissimo. Furono alloggiate per quasi due mesi dalle suore
Figlie della Carità nei saloni dell’Ospedale Martini. Il 4
Aprile, domenica delle Palme, si trasferirono definitivamente al
Monastero di San Benedetto. Un moderno impianto di telai per la
tessitura di biancheria divenne una fonte di guadagno per il
sostentamento della comunità.
L’acquisto del convento di San Pasquale
Con la
mediazione di Mons. Di Tommaso venne concluso il contratto con i
fratelli Salerno Mele e, il 28 Settembre, Padre Annibale acquistò per
25.000 lire l’intero complesso di San Pasquale, compreso il giardino e
la chiesa. Da quel momento egli poteva già occupare lo stabile; e lo
fece intronizzando i Ss. Cuori di Gesù e di Maria, con le frasi: “Io
sono il Padrone di questa Casa e di quelli che l’abitano e mi amano”,
“Io sono la Padrona di questa Casa e di quelli che l’abitano e mi
amano”. Ben presto la Casa divenne un piccolo seminario religioso ed un orfanotrofio.
A Francavilla invece la presenza
degli orfani durò solamente un anno. Qualche problema di ordine
disciplinare amplificato dall’ostilità di una certa opinione pubblica e
di alcune autorità locali costrinse Padre Annibale a riportarli a
Messina il 30 Gennaio 1910. Anche le orfane furono costrette a
rientrare. Rimasero le suore in una piccola casa che funzionò da
esternato fino alla fine degli anni venti.
A Oria i
bambini e i seminaristi minorenni della Casa di San Pasquale subirono
il medesimo provvedimento e grazie all’intervento del sindaco Carissimo
si riuscì a evitare la stessa sorte alle orfanelle di San Benedetto.
Le due
Case di Oria
Ma questa
fu solo una battuta d’arresto. Da lì a poco le opere rogazioniste nella
diocesi ripresero slancio grazie alla presenza di Padre Annibale,
all’illuminata direzione di Padre Pantaleone Palma e alla collaborazione
di Madre Nazarena, anima della formazione e dell’apostolato nel settore
femminile, e di Padre Carmelo Drago, in quei primi anni ancora giovane
chierico.
Gli
orfanelli
Le due
fondazioni divennero per tutta la diocesi e le province vicine
significativi riferimenti di carità, di promozione umana e
professionale. I ragazzi, detti artigianelli, lavoravano in
tipografia, falegnameria, sartoria, calzoleria, officina meccanica e
avevano creato una banda musicale. Le ragazze svolgevano lavori di
ricamo, taglio e cucito. Il terreno pietroso e da anni incolto annesso
al convento di San Pasquale fu trasformato in breve tempo in una piccola
azienda agricola.
Promozione umana ed evangelizzazione
Le Case di
Oria divennero il punto di riferimento e praticamente l'unico sostegno
anche per i poveri e le famiglie in difficoltà economiche. Tuttavia
Padre Annibale non si è fermato al pasto caldo e ai soldi per l’affitto:
per lui era necessario insistere sull’evangelizzazione. A partire dal
1920, su richiesta del sindaco Pasquale Galiano, le suore assunsero la
conduzione dell’asilo comunale e, con l’assenso del Vescovo, si
dedicarono alla catechesi nelle parrocchie. I padri non furono da meno.
Il bene compiuto verso l’umanità sofferente fu occasione per avvicinare
la gente alla vita della chiesa ed essere sempre disponibili ad aiutare
i parroci nel ministero pastorale.
Case di
formazione
Entrambi
gli Istituti divennero da subito anche case di formazione delle due
Congregazioni: furono organizzati i noviziati – nel 1920 quello delle
Figlie del Divino Zelo e nel 1928 quello dei Rogazionisti – e la
formazione per i seminaristi. Il maestro dei novizi, P. Domenico
Serafino Santoro, su richiesta di Mons. Di Tommaso, divenne il padre
spirituale del seminario diocesano e il responsabile della formazione di
una associazione di Uomini Cattolici impegnati in Diocesi.
Il 20
Agosto 1911 Padre Annibale accompagnò a Oria i nove aspiranti dei Piccoli Fratelli del SS.mo Sacramento di Don Eustachio Motemurro ed
il 28 Settembre 1914 fu istituita ufficialmente la “Scuola Apostolica”.
La
prima guerra mondiale
Allo
scoppio della “Grande guerra” furono chiamati al fronte pressoché tutti
i giovani chierici e al calzaturificio da poco inaugurato vennero
commissionati gli scarponi per i soldati. Sicuramente Padre Annibale
avrebbe rinunciato volentieri all’ordine se avesse potuto impedire le
tragiche conseguenze del conflitto nonché per ultimo la chiusura
seminario rogazionista appena nato!
L’acquisto del monastero di San Benedetto
Come
accadde nell’Ottobre del 1910 quando grazie all’intervento di P.
Annibale presso il Prefetto di Lecce venne scongiurata la trasformazione
dell’Istituto in lazzaretto per l’epidemia di colera, all’inizio del
1915 la Giunta comunale mostrò l’intenzione di rescindere il contratto
di concessione di San Benedetto ma anche allora la “tegola” fu
provvidenzialmente scongiurata. Nel 1918 le autorità comunali concessero
a Padre Annibale di poter acquistare i locali dell’ex monastero di San
Benedetto.
L’epidemia della "spagnola"
Al termine
nella guerra si dovette fronteggiare l’emergenza della cosiddetta "febbre spagnola"
che fortunatamente ad Oria non mieté vittime ma a Messina fu la causa
del decesso di Fratel Sante Casiello, uno dei giovani “montemurrini”
giunti a Oria qualche anno prima.
Ristrutturazioni ed ampliamenti
Intanto
dopo prime opere di ristrutturazione e adattamento dell’ex convento
francescano furono necessari altri lavori di adattamento e ampliamento
dei locali divenuti insufficienti per accogliere i ragazzi e i
macchinari dei laboratori. I lavori vennero ultimati nel 1922 ma già il
25 Marzo 1925 fu posta la prima pietra dell’altro cantiere a nord del
conventino di San Pasquale.
Gli
ultimi anni del Padre ad Oria
L’anno
1925 scorre tranquillo tra opere di spirito e lavori materiali. Padre
Palma sostituisce Padre Annibale nel continuo girare per le Case del
continente.
Il 5
Maggio giunge in Oria Padre Annibale. Si legge nel diario: «Il Padre
è assai stanco. Per il gonfiore delle gambe non può quasi camminare.
Però è sempre ilare e risponde con allegria a ciò che gli si domanda.
Questa sera per lo strapazzo del viaggio si è posto a letto prima del
solito. Faceto sempre ha narrato che egli partecipava ai drammi che si
rappresentavano».
Si
trattiene in Oria sino al 20 Maggio quando parte per Roma per l’apertura
della nuova Casa il 24 seguente.
Nel 1926
la Casa ospita un sacerdote, 19 aspiranti religiosi, 45 orfanelli. Vi
si tiene tutto il corso elementare, tre classi di ginnasio, un corso
filosofico per 5 confratelli. Sono in funzione la tipografia, il
calzaturificio, la sartoria e l'officina meccanica. Si costruisce il
nuovo edificio dei laboratori, il muro di cinta del sagrato della Chiesa
ed altri lavori. Padre Palma continua i suoi frequenti viaggi per le
Case di Puglia alle quali si aggiunge quella di Roma e spesso va a
Messina per conferire con Padre Annibale. Questi è in Oria il 29 Luglio
e vi si trattiene sino al 4 Agosto quando parte per Trani.
Il 9
Ottobre è nuovamente in Oria: «Questa sera è venuto il Rev.mo Padre
Fondatore. Egli sta poco bene e ha la guancia sinistra gonfia per il
dolor di denti. Non ha forza di camminare e ha celebrato in cappella».
Si trattiene in Oria fino al 17 quando parte per Messina, dopo di aver
benedetto le nuove e moderne macchine tipografiche.
Nel 1927
il numero degli orfanelli sale a 51; ai laboratori si aggiunge anche
quello di falegnameria. Sotto la data del 23 Febbraio è annotato: «Le
comunità sono in preghiere speciali per la guarigione del Rev.mo Padre
Fondatore che è ammalato alla pleura».
Il 18
Marzo da Roma Padre Palma comunica che il Padre ha voluto ricevere
l'unzione degli infermi e che egli parte per Messina (attendeva alla
correzione delle costituzioni che il Fondatore stava definendo). Alla
fine di Marzo le notizie che giungono da Messina sono confortanti perché
la salute del Padre andava migliorando.
Il 1
Giugno si susseguono due telegrammi da Messina, l'uno datato 31 Maggio,
ore 20:00: «Padre gravissimo pregate informate Palma, regolatevi.
Vitale»; l'altro del 1 Giugno, ore 8:35: «Padre volato Cielo
informate Palma, regolatevi. Vitale».
Il 1
Luglio tramite un manifesto il Podestà Rocco Greco invita la
cittadinanza a rendere omaggio alla memoria del compianto Padre Annibale
Maria Di Francia, partecipando alla manifestazione civile nella Piazza
del Municipio, da dove si snoderà il corteo preceduto dalla Banda
dell’Orfanotrofio Antoniano Maschile, e alla Messa di suffragio che sarà
celebrata in Cattedrale.
Il 4
Luglio, nella Cattedrale di Oria, presenti le autorità religiose e
civili, tutte le associazioni e numerosi fedeli, Mons. Antonio Di
Tommaso celebra la Santa Messa in suffragio di Padre Annibale. Dopo la
celebrazione eucaristica tiene il discorso Mons. Adolfo Verrienti,
Vescovo di Altamura ed Acquaviva. Infine prende la parola Padre
Pantaleone Palma, che, commosso, ringrazia tutti gli intervenuti.
Padre Annibale Maria Di Francia
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